Bruxelles, 13 gen – “Primeggiano nella classifica mondiale dei Paesi persecutori dei cristiani numerosi beneficiari dell’assistenza finanziaria Ue: la Commissione chiarisca l’utilizzo dei miliardi elargiti sotto l’etichetta della cooperazione per lo sviluppo”.
Così l’europarlamentare Paolo Borchia (Lega) commenta l’ultima World Watch List, che conferma il 2020 come anno nero delle violenze contro i cristiani. “L’Ue spende circa il 10% del nostro budget per promuovere lo sviluppo nei Paesi terzi, ma i dati parlano chiaro: nonostante i 241 milioni di euro concessi all’Algeria tra 2014-2020, qualsiasi manifestazione pubblica della fede cristiana continua ad essere perseguita dallo Stato come attività criminale, e lo stesso accade in Marocco per il quale l’UE ha speso circa 1,6 miliardi nell’ultimo periodo di programmazione”, spiega Borchia. “Altrettanto grave è la situazione in Asia, dove il Pakistan si colloca addirittura alla quinta posizione per violenze contro la minoranza cristiana, dopo essere stato beneficiario di svariati pacchetti di assistenza tra cui un programma di 653 milioni di euro avviato nel 2014”, continua Borchia. “L’Ue sta chiudendo entrambi gli occhi sull’applicazione degli art. 1 e 2 dell’Accordo di Associazione firmato con i numerosi Stati protagonisti della persecuzione, articoli che pongono il rispetto dei diritti fondamentali come conditio sine qua non nella cooperazione politica ed economica con l’Europa”, conclude Borchia, autore di un’interrogazione sul tema: “La Turchia scala clamorosamente la classifica passando dalla posizione 36 alla posizione 25, nonostante i 9 miliardi ricevuti dall’UE tra 2007 e 2020. Ma di sospendere i negoziati nessuno ne parla”.