Strasburgo, 14 dic – “Il guanto di sfida lanciato verso Mosca è un tentativo maldestro che sottolinea i gravi errori di Bruxelles sulle politiche energetiche. L’Europa rimane col cerino in mano, la cattiva gestione politica sul clima ha portato a prezzi energetici folli: a ottobre il problema era globale, ma Usa e Cina sono riusciti a tamponare la crisi energetica, con Pechino protagonista di un dietro-front sulle politiche climatiche. L’aumento della dipendenza dalle importazioni di gas russo nasce dall’errata convinzione di poter sopperire attraverso acquisti di shale gas proveniente dagli Usa, che gli acquirenti asiatici sono però disposti a pagare a prezzi maggiori rispetto a quelli europei; le cifre ci parlano di un aumento delle importazioni dalla Russia nell’ultimo decennio.
E i venti deboli di quest’estate hanno ridotto la produzione di energia eolica, con un aumento della domanda di gas, aspetto che sottolinea la fragilità dell’approccio di Bruxelles troppo confidente sulle rinnovabili. Mentre le scorte si stanno pericolosamente avvicinando ai minimi storici, la Lega ha cercato di salvare il salvabile proponendo di inserire nella quinta lista dei Progetti di interesse comune il raddoppio della Tap, senza dimenticare quanto sia assurdo avere risorse nel Mediterraneo e svenarsi in importazioni da Russia, Algeria, Libia e Nord Europa”.
Così Paolo Borchia – europarlamentare della Lega e coordinatore di Identità e Democrazia in commissione ITRE sull’approccio della Commissione europea sui temi energetici.