Strasburgo, 14 giu – “Non ci sono dubbi: con queste condizioni l’Europa non è un contesto dove investire”.
Così l’europarlamentare della Lega Paolo Borchia, coordinatore per ID in commissione Industria, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.
“Per tre motivi. Primo: i mutui e finanziamenti per imprese e famiglie stanno diventando sempre più cari, con la BCE pronta ad aumentare di altri 25 punti base i tassi di interesse. Secondo: la transizione ecologica. L’Unione pensa alla rivoluzione industriale verde più impattante della storia, ma pretende di farlo con politiche monetarie restrittive e improntando all’austerità il futuro patto di stabilità: rientro dal debito e tagli alla spesa pubblica. Chi verrebbe a investire in Europa? Manca attenzione per l’industria manifatturiera, anziché incentivarla, l’Ue sta ponendo nuovi ostacoli alla competitività, con le sue politiche sul clima ed energia, zelanti e cervellotiche. I Paesi con maggior spazio fiscale investiranno e le loro aziende ne trarranno beneficio mentre chi non potrà farlo resterà a guardare. Terzo: i problemi nel collocamento dei titoli per il finanziamento dei programmi dell’Ue, ad iniziare da Next Generation. Pur avendo un rating tripla A, la Commissione paga tassi più alti di Germania e Francia, addirittura sul breve periodo più della Spagna. Gli investitori percepiscono un rischio più alto e chiedono un rendimento più alto. I numeri smontano la propaganda di Bruxelles come emittente di successo. E non è certo un bello spettacolo”.