Strasburgo, 12 set – “Le regole che cambiano troppo in fretta disorientano e rischiano di essere un danno per chi investe e per chi fa impresa. Sugli obiettivi delle rinnovabili, fonti pulite ma non programmabili, ancora una volta l’Europa si dimostra distante dalla vita reale e dalle necessità di chi lavora: parametri e tempistiche sono ‘sparati’ senza logica, praticamente irrealizzabili”.
Paolo Borchia, eurodeputato della Lega e coordinatore ID in commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE), commenta in maniera dura il voto di oggi a Strasburgo sulla RED III, terza versione della direttiva sulle energie rinnovabili.
“Tempistiche e obiettivi sono di difficile realizzazione. Gli Stati sono obbligati ad aumentare di oltre il 10% il consumo di rinnovabili in pochi anni, con un altro tassello del Green Deal approvato dalla Plenaria senza farsi troppe domande: difficile pensare ad un passaggio non traumatico all’auto elettrica con l’obbligo di generare il 42,5% dell’energia di un Paese da rinnovabili. L’unica scelta di buonsenso è l’impegno per ridurre i tempi per la concessione degli impianti delle FER. In generale, però, dobbiamo parlare di costi ingenti a svantaggio di imprese e famiglie, senza che vengano poste in essere tante condizioni per sviluppare efficacemente il mercato delle rinnovabili. La Lega non ci sta – conclude Borchia – anche in Europa serve un centrodestra amico delle aziende e dei cittadini, non una stampella per Verdi e sinistre”.