Strasburgo, 17 ott – “Il dibattito sulle sanzioni si contestualizza in un conflitto, ci sono persone che stanno soffrendo, non c’è spazio per polemiche né per propaganda. Sulle sanzioni va fatto un ragionamento in termini di efficacia e di ricadute sulla nostra economia. L’errore principale dell’Ue è non aver tratto insegnamento da quanto successo con il modo in cui furono aggirate le sanzioni del 2014, perché la Russia quest’anno riuscirà ad avere maggiori entrate grazie alle esportazioni di petrolio, nonostante i tetti massimi posti da Ue e G7. In tanti stanno aiutando Mosca, purtroppo: il commercio con l’India è triplicato, quello con la Cina è aumentato di un terzo le esportazioni dalla Turchia addirittura aumentate del 90%. È uno schema già visto con operatori di paesi terzi che acquistano le merci in europa e poi le rivendono in Russia. Le sanzioni hanno avuto un impatto forte nella primavera 2022, è innegabile, poi il rublo si è ripreso e i tassi di interesse sono scesi. Questi sono dati che devono far riflettere sulla obiettivamente limitata capacità dell’Ue di influire sulle grandi questioni internazionali. E sulle sanzioni sarebbe magari il caso di fare meno filosofia e inizare a pensare sul prezzo che le aziende italiane ed europee stanno pagando”.
Così Paolo Borchia, europarlamentare della Lega, coordinatore Id in commissione Industria, nel suo intervento durante la sessione plenaria.