Verona, 31 gen – “L’annuncio della Commissione europea di una nuova proroga della deroga alla regola della politica agricola comune (PAC) che prevede che per accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo, è una boccata d’ossigeno ma serve fare molto di più. Ricordiamo che il rinnovo è stato chiesto da 6 mesi, si tratta di un provvedimento necessario che però arriva in ritardo rispetto le scadenze agricole. Ennesima dimostrazione che come sosteniamo noi una vera modifica della PAC è necessaria ed è da mettere in calendario per il 2024. La Lega è dalla parte degli agricoltori, in Europa quanto in Italia, contro assurde norme ambientaliste estreme. Il nostro atteggiamento in Parlamento europeo è in linea con quanto richiedono i nostri agricoltori anche qui a Fieragricola: non abbiamo appoggiato la Farm to Fork, ci siamo opposti al Green Deal, contrastiamo le norme figlie dell’epoca Timmermans. I fatti ci danno ragione”.
Così Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega Verona e vicesegretario della Liga Veneta, eurodeputato coordinatore ID in commissione ITRE e componente della commissione Trasporti al Parlamento europeo.
“Le poteste dei trattori sono legittime, come quelle di oggi a Verona Fiere. Un agricoltore deve essere messo nelle condizioni di lavorare senza essere sussidiato. Per arrivare a questo bisogna rivedere, in maniera pesante, quelli che sono i rapporti tra i produttori e la grande distribuzione organizzata. Perché non può esserci un delta così ampio tra il prezzo a cui viene venduto un prodotto da parte di chi lo lavora e il prezzo che troviamo sullo scaffale. La prima priorità è questa. Poi, in un’ottica futura, mi auguro e come Lega lavoreremo perché nei prossimi 5 anni le politiche ambientali dell’Ue siano meno zelanti e più realistiche: che ci sia l’impegno per l’ambiente ma che, contestualmente, si capisca e si riconosca che l’Europa al momento è protagonista per il 7% delle emissioni del gas serra e il restante 93% – che non è poco, anzi è la parte preponderante – arriva da altri Paesi. Se si prosegue in questa direzione strozziamo la nostra agricoltura. Non possiamo permetterlo”.