Verona, 19 apr – “Questa è un’Europa che va ripensata, cambiata. L’errore più grande che finora è stato fatto è pensare che Bruxelles sia troppo lontana da noi, che alla fine quello che viene deciso lì è astratto. Invece la quotidianità dei cittadini viene condizionata da quello che, può o meno discutibile, viene deciso proprio in Ue. Due esempi fra tutti: la direttiva sulle case green e quella sulle auto elettriche. Quella di oggi è un’Europa tanto ideologica, con degli schemi che sono avulsi dal nostro territorio, schemi che non porteranno benessere ma seri problemi a imprese e famiglie. Ed è per questo che noi della Lega siamo in Europa: da un lato per contrastare questa deriva, per evitare che le nostre abilità e l’invettiva locale vengano soffocate e, contestualmente, per portare un’idea nuova, che sia davvero praticabile, concreta. Un’idea che rimetta in modo l’Europa a iniziare dalla competitività e dalla promozione dei territori. Non ci sono dubbi: questa Europa così com’è è un po’ malata; lo è dal punto di vista economico e culturale. Serve, quindi, un’altra Europa. Un’Europa con identità, con radici, che abbia un orgoglio. Un orgoglio che parte dai territori, dall’umiltà di chi ha voglia di ascoltare la gente, le famiglie, le aziende e che poi traduca tutto questo in atti concreti. Serve più Italia e meno Europa ma non dal
dal punto di vista di una preclusione ideologica, ma dal punto di vista realistico che, semplicemente, i risultati degli ultimi anni ci hanno dato ragione”.
Così l’eurodeputato Paolo Borchia, a margine dell’ufficialità della sua candidatura per la Lega alle prossime elezioni Europee nella circoscrizione Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna.
“In questi 5 anni non è cambiata la nostra coerenza. Noi della Lega non abbiamo cambiato opinione su dinamiche sbagliate per il Paese: siamo sempre stati quelli che da un lato esprimono critiche nei confronti della Commissione europea, nei confronti dei gruppi di maggioranza in Pe ma siamo anche quelli che hanno in testa un’idea alternativa di Europa. Perché crediamo che un’altra Europa sia possibile. Abbiamo lavorato per questo e abbiamo intenzione di continuare a lavorare in questa direzione. Io per primo”.